Racconto di Moreno Paterlini
Racconto contenuto nell’ebook In bagno e altri racconti, Moreno Paterlini, [isnc]edizioni, aprile 2007
Mentre io cerco di tenere chiusa la porta del bagno con il peso del corpo, Andrea stende una riga bianca di coca sullo sciacquone del cesso. Lui sposta un attimo lo sguardo su di me. In quel momento, forse per la prima volta, mi accorgo dell’intensità della sua abbronzatura: i capelli neri, cortissimi e ingellati, ne evidenziano la bellezza del viso.
«Cristo questo pezzo è fantastico», dice riferendosi ai bassi insistenti che giungono dalla pista.
«Già è fantastico», gli dico. Anche se in realtà, da almeno un paio di ore non distinguo più un pezzo dall’altro. Colpa di quell’ultima pasta rosa, o forse di quella azzurra.
«Ti preparo una riga?», mi domanda sorridendomi in modo malizioso, o forse per niente.
«No, è meglio di no», rispondo.
Lui non ascolta e stende una riga anche per me.
«Facciamo presto», aggiungo. «Questo puzzo di piscio e vomito mi sta arrivando al cervello».
Andrea sorride di nuovo. Dopo sniffa con intensità la sua riga.
«Cazzo, se sei abbronzato…», gli dico.
Lui prende il mio posto contro la porta e mi porge la cannuccia gialla mozzata.
Io mi accosto alla riga e per un attimo ho come l’impressione che lui mi stia sorridendo un’altra volta.
«Dai frocetto…», gli sento dire. «Sbrigati che il locale è pieno di carabinieri, finisce che ci troviamo il brigadiere qui in bagno…», e ride. Poi prosegue: «Mi sa che dopo devi fargli un pompino per cavarci dai guai… ». Intanto si tocca il pacco e con quel sorriso malizioso, questa volta ne sono sicuro.
«Cazzo, mi sta quasi tirando l’uccello…», aggiunge subito.
«Sei uno stronzo…». E questa è l’unica cosa che io riesco a dire dopo aver pippato la riga.
All’improvviso una ragazza bionda, o più probabilmente una trans, spinge con forza sulla porta. «Cavolo!», urla Andrea.
«Questo pezzo deve essere l’ultimo di Tasty Tim», penso.
Nel frattempo la trans bionda continua a spingere con forza contro la porta del bagno. A sprazzi riesce persino ad aprirla e a vomitare dentro un’infinità di ingiurie. Urla che lei deve pisciare e che se noi vogliamo invece scopare ce ne dobbiamo andare da un’altra parte…
«Cazzo, cazzo è l’ultimo di Tasty Tim!»
Ormai Andrea vaneggia e io non riesco a cogliere nessuna variazione di ritmo rispetto al brano precedente, ai duecento brani precedenti. Il puzzo di piscio è ormai intollerabile e la trans, che adesso si è tolta i tacchi, si è trasformata in una furia impazzita. Le urlo di usare i pisciatoi a muro, che tanto ha l’uccello e che comunque non frega un cazzo a nessuno. Infine spingo Andrea fuori dal bagno.
«Cavolo, che figa!», mi dice lui indicandomi la trans.
«Non è una figa» gli dico io. E sento il gusto della coca arrivarmi in gola.
«Tu sei matto… », afferma ridendo.
«E tu sei un frocio represso!», concludo io.
«Questa festa è bellissima…» mi dice dopo, calmo, quasi rasserenato.
«Vieni domani alle Follies?»
«Non credo, sai il lavoro, la fattanza e tutto il resto…»
Andrea mi guarda, questa volta con intensità.
Si avvicina e appoggia le labbra alle mie; gli sento il profumo della pelle, il calore del corpo.
«Se fossi gay vorrei stare con te…» lui mi sussurra piano, in mezzo a tutto quel frastuono.
Io dico niente. Riesco solo a seguirlo con lo sguardo mentre si perde nella bolgia di corpi sudati che vibrano, di elastici di slip che spuntano da jeans a vita troppo bassa, di pupille dilatate, di tacchi troppo altri… All’improvviso mi sembra di riconoscere il pezzo messo dal dj. Ma non è l’ultimo di Tasty Tim, o almeno non credo.
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