Racconto di Anna Carbich
Racconto contenuto in apologos, la collana di narrativa, n.13, [isnc]edizioni, agosto 2006
Scriveva così Anna Carbich nell’introduzione di questo numero della collana presentandosi ai lettori: (…) Divento grande. Comincio a mettere giù qualche ricordo, prima di perdere la memoria. Ogni tanto qualcosa mi fa arrabbiare e scrivo. Trovo che scrivere sia terapeutico. Scopro un sito su cui tutti possono pubblicare. Adotto uno pseudonimo, Anna Carbich. Un giorno ricevo un commento che mi esalta, nessuno mi aveva mai detto niente. Di solito quando facevo le cose che mi sentivo veramente di fare mi sentivo stupida. L’autore del commento è Alois Braga, che mette anche un link, I Sogni nel Cassetto. Gli vorrò sempre bene per la sua generosità. La mia vita cambia. Davvero. (…) Non mi sento più stupida, è una sensazione bellissima. Conosco virtualmente altri “sognatori”.
Alan osserva perplesso le mutazioni subite da quella specie di insetti in soli due anni. Sta riponendo in una scatolina trasparente l’ultimo esemplare ritrovato, con nome, data e luogo del ritrovamento. Mette anche un po’ di naftalina, per conservarlo meglio
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